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L'ESTETICA DELL'OPPRESSO

L'Estetica dell’Oppresso mira a sviluppare tutte le forme estetiche di percezione della realtà ‘provando’ azioni per trasformarla attraverso la Parola, l’Immagine, il Suono. Non ha la pretesa di trasformare persone in grandi maestri di pittura, scultura o musica, ma di fare in modo che persone semplici sperimentino il piacere di usare il pennello e le tinte, produrre suoni e ritmi. Non solo consumatori ma produttori di mezzi culturali/artistici propri.

L'estetica dell'oppresso è il frutto della ricerca più recente di Augusto Boal e dell'équipe del Centro Teatro do Oprimido di Rio de Janeiro. Si basa sulla certezza che l'essere umano è migliore di quello che crede di essere e che è capace di fare più cose di quelle che realizza. Si vuole promuovere l'espansione della vita intellettuale ed estetica dei partecipanti, non limitandosi alla sola funzione dell'attore che rappresenta un personaggio sul palco. Si vuole così espandere la loro capacità di comprendere il mondo e la possibilità di comunicare agli altri membri delle loro comunità le conoscenze raggiunte, scoperte, inventate o reinventate. Ogni essere umano è Teatro, grazie alla sua capacità di “vedersi” mentre agisce, di essere spettatore di se stesso, e quindi è in grado di individuare in se stesso uno spettatore e un attore, allo scopo di moltiplicare la capacità di capire le proprie e altrui azioni con la sua capacità di rappresentare la realtà, ritraendo il reale in una sua immagine oppure in un suo suono financhè la sua capacità nel dare vita ad oggetti e scenografie.

Ciccio Tedesco

 
OPERATORE - FORMATORE
DI TEATRO DELL'OPPRESSO
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