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AUGUSTO BOAL

Augusto Pinto Boal è nato il 17 marzo 1931 a Rio de Janeiro in Brasile. Dall’incontro tra il teatro popolare e la pedagogia dell’oppresso Augusto Boal fonda il Teatro do Oprimido, ne conduce gli sviluppi e le evoluzioni metodologiche fino alla sua morte avvenuta il 2 maggio del 2009.

Boal studia all’università e si laurea in ingegneria nel 1950, tuttavia non si allontana mai dalla sua passione per il teatro e, due anni dopo, si iscrive alla scuola di drammaturgia da dove inizia la sua carriera teatrale. Contemporaneamente alla sua formazione teatrale, che lo vede partire per gli Stati Uniti, tra la fine degli anni ‘50 e l’inizio degli anni ’60, a San Paolo viene fondato il Teatro Arena, a quell’epoca forte simbolo del nazionalismo e conservatorismo della tradizione teatrale brasiliana.

A New York Boal ha modo di conoscere il metodo attoriale di Constantin Stanislavskij e di debuttare per la prima volta in teatro con la regia di un suo testo.

Nel 1956 il drammaturgo ritorna in Brasile e, con il nuovo bagaglio di conoscenze acquisito, cerca di estendere nuove direzioni teatrali più vicine al linguaggio popolare che all’impostazione conservatorista che il teatro del suo paese aveva avuto fino ad allora. Presto riesce a diventare direttore del Teatro Arena e a concretizzare la sua proposta di teatro popolare brasiliano.

Negli anni in cui Boal è direttore, il teatro brasiliano attraversa un grande periodo di cambiamento: il repertorio si allarga e incontra metodologie di autori come Brecht e Stanislavskij. Boal dedica anche un’attenzione speciale alla formazione degli attori creando corsi di drammaturgia con la finalità di ridefinire il ruolo sociale del teatro e degli attori.

Potremmo definire questo momento come la traiettoria che più avanti condurrà l’autore alle prime forme di introspezione e a dichiarare che «l’essere umano non “fa teatro”: “è” teatro. Alcuni, oltre ad essere teatro, “fanno” anche teatro». (Boal 1994, 27)

Il percorso teatrale dell’Arena non si arresta, ma assiste ad una evoluzione radicale dei suoi valori: il teatro inizia ad essere concepito come strumento di trasformazione sociale e, nello stesso periodo, nasce la collaborazione con il Centro Popolare di Cultura dell’Unione Nazionale Studenti (CPC di UNE) alla quale molti attori aderiscono.

Nel 1960 Augusto Boal debutta con Revoluçao na America do Sul. Insieme al successo dello spettacolo emerge l’esigenza di riconsiderare alcuni elementi del teatro ancora non troppo definiti: il desiderio della compagnia è quello di allontanarsi dal teatro ufficiale per consolidare quell’impronta socio-politica che si proponeva con il nuovo metodo.

Le drammaturgie presentate al Teatro Arena da quel momento vengono messe in risalto per le dinamiche relazionali e di potere realizzabili sulla scena; quello che si sosteneva era l’idea che i classici potessero comunicare solo se rivisitati e contestualizzati nell’epoca attuale.

Nel corso del trentennio della dittatura, l’Arena e i lavori svolti da Boal incontrano numerose difficoltà. Diventa sempre più difficile, infatti, sfuggire alla censura e promuovere spettacoli politicamente scomodi.

Nonostante gli ostacoli, Boal riesce a lavorare e a realizzare nuovi progetti teatrali: introduce la musica come nuovo elemento scenico e comincia a sperimentare il «sistema joker» (che ispirerà l’elaborazione e il metodo del Teatro Forum). Tuttavia, nel 1967, la repressione del governo e la censura diventa sempre più forte a causa un nuovo colpo di stato ancora più violento e repressivo di quello precedente. Come il resto del paese anche il teatro passa un momento molto difficile.

All’interno di questo quadro politico, Boal partecipa ad una rassegna organizzata dall’Arena e si impegna nella realizzazione di una pièce teatrale ispirata alla personalità di Ernesto Che Guevara. La censura tenta in tutti i modi di bloccare l’iniziativa ma fallisce nel suo tentativo: lo spettacolo messo in scena è ricordato come il primo gesto ufficiale contro la dittatura militare.

Negli anni precedenti all’arresto, Boal si dedica alla formulazione di una nuova tecnica del Teatro dell’Oppresso: il Teatro Giornale, una pratica politica che comportò l’inevitabile condanna.

Nel 1971, Boal è costretto ad interrompere le sue attività e viene incarcerato per attività sovversiva.

Qualche anno più tardi, nel 1976, inizia il suo esilio europeo rifiutando la possibilità di poter rimanere a casa senza poter più fare teatro.

Staziona in Portogallo per qualche anno e scrive il suo libro autobiografico Milagros de Brasil, in cui raccoglie i racconti sulla sua esperienza in carcere e le violenze subite, alcune riflessioni sul regime dittatoriale imposto al paese e le ragioni che lo hanno condotto all’esilio.

Nel 1976 viene pubblicato in Francia il libro Teatro dell’Oppresso.

Due anni più tardi, l’attore brasiliano decide di trasferirsi nella capitale francese dove continua il suo lavoro di drammaturgo con grande elasticità. Questo suo atteggiamento positivo si rivela indispensabile nell’incontro con un contesto culturale completamente differente da quello di origine.

Le nuove forme di oppressione socio-politica che incontra aprono la necessità di sperimentare nuove metodologie e approcci teatrali: i temi del teatro dell’oppresso girano ora intorno a questioni come l’emancipazione femminile, la solidarietà, il diritto e la differenza, l’incomunicabilità, oppressioni di genere psicologico. È in questo periodo che Boal definisce i giochi-esercizi e le tecniche del teatro forum, raccogliendole all’interno di un volume intitolato Jeux pour acteurs e non acteurs.

Nello stesso anno del suo trasferimento, viene costituito dall’autore il CECITADE (Centre d’etudes et diffusion des techniques active d’expression), un centro di ricerca e sperimentazione.

Più proseguono gli studi e le indagini più si sviluppano nuove prospettive: sono gli anni delFlic dans la tête. Il lavoro di Boal prosegue sempre più orientato all’esplorazione delle oppressioni individuali e reali dell’individuo e all’osservazione delle meccanizzazioni corporee come riflesso delle emozioni umane.

In questi anni l’attore brasiliano ritorna saltuariamente in Brasile presentando spettacoli di Teatro Forum.

Fino al 1986 Boal rimane a Parigi, dove continua i suoi sviluppi metodologici; contemporaneamente, in Brasile viene avviata una campagna denominata Cruzado Plancon lo scopo di creare un percorso di alfabetizzazione per i bambini ispirata al metodo e alla pedagogia di Paulo Freire. Anche il drammaturgo brasiliano viene coinvolto in queste attività che, tuttavia, sono costrette a interrompersi per mancanza di fondi. Grazie al successo della campagna e al consenso che riesce ad ottenere, Boal decide di ritrasferirsi in Brasile e nel 1987 fonda il Centro TdO di Rio de Janeiro (CTO), sede centrale di studio e diffusione del Teatro dell’Oppresso.

Insieme a quello teatrale anche l’impegno politico di Boal si evolve e, in seguito

a precedenti campagne elettorali svolte a favore del Partito dei Lavoratori brasiliani, nel 1992 viene eletto vereador dello stato di Rio per lo stesso partito. Nel corso di questa nuova carriera coglie l’occasione e utilizza il Teatro Forum come spazio di riflessione sulla politica istituzionale: sono gli anni in cui si sviluppa il Teatro Legislativo.

Augusto Boal si è spento recentemente ma la sua opera e il suo percorso Biografico, professionale ed umano costituiscono l’esempio e la spinta motivazionale per il lavoro di molti gruppi di TdO che si sono formati nel mondo e che continuano a utilizzare il suo metodo.

Ciccio Tedesco

 
OPERATORE - FORMATORE
DI TEATRO DELL'OPPRESSO
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